Un approccio evoluto alla diagnosi della parodontite
Prima di intervenire con qualunque terapia è importante eseguire una diagnosi certa dello stato di salute del cavo orale del paziente. Soltanto in questo modo, infatti, sarà possibile formulare un quadro clinico accurato e studiare una terapia ad hoc finalizzata a intervenire con successo sul problema.
I centri dentali del marchio IMI-EDN utilizzano sistemi diagnostici estremamente innovativi e analisi basate su metodiche biomolecolari e genetiche, che permettono di definire con chiarezza e precisione lo stato di salute della bocca e la predisposizione al manifestarsi della malattia parodontale, consentendo così di programmare, fin dalla giovane età, un’adeguata attività di prevenzione o, in caso di infezione avanzata, alla sua cura definitiva.
L’iter diagnostico per la diagnosi parodontale
L’iter diagnostico prevede l’esecuzione di: analisi microbiologiche e genetiche, esami radiografici (tra cui una panoramica, una Cone Beam e uno status), foto e modelli della bocca e un sondaggio parodontale.
In ogni paziente che presenta segni di infezione e infiammazione parodontale, le prime prestazioni da eseguire sono sempre le analisi microbiologiche e genetiche. Esse hanno lo scopo di identificare e quantificare i batteri responsabili dell’infezione e il grado individuale di predisposizione alla malattia parodontale.
Le analisi microbiologiche
Per le analisi microbiologiche si procede alla scelta di cinque siti all’interno della bocca che siano rappresentativi della situazione del cavo orale del paziente e i più gravi in termini di profondità. In ciascuno dei siti vengono inseriti coni di carta sterili che riveleranno la quantità e la qualità dei microrganismi presenti.
L’analisi genetica
Un tampone viene strofinato per almeno 30 secondi sulle mucose in modo da raccogliere le cellule esfoliate. L’esito dell’analisi permetterà di stabilire con esattezza la predisposizione alla malattia.
Le analisi enzimatiche aMMP8
MMP-8 è un enzima che si attiva in seguito ad un’infiammazione dovuta ad infezione batterica. La valutazione dell’attività di questo enzima è essenziale nel monitoraggio di molte condizioni patologiche di deterioramento dei tessuti (come appunto parodontite e perimplantite). Nel caso di malattie parodontali e implantari la ripetizione del test offre indicazioni sul buon esito della terapia e sul grado di infiammazione del cavo orale, oltre che indicazioni in merito all’opportunità di eseguire la chirurgia parodontale.
Mentre il test microbiologico va a indagare i tipi di batteri presenti e la quantità, questo test enzimatico va a monitorare gli effetti e il grado di deterioramento dei tessuti causato dalla batteriemia. L’incrocio di questi dati permette al clinico di personalizzare ed ottimizzare la terapia parodontale, specialmente in casi di parodontite aggressive o correlata ad altre patologie.
Il test è immediato e indolore, senza prelievo di sangue.
Esami di vitamina D e paratormone
La vitamina D è un ormone fondamentale per il nostro organismo, coinvolto in importantissimi processi quali il funzionamento del sistema immunitario e l’assorbimento del calcio a livello intestinale e renale.
Il Paratormone (PTH) è un ormone prodotto dalle ghiandole paratiroidi (situate nel collo), il cui ruolo principale è quello di mantenere costante la concentrazione del calcio nel circolo del sangue.
Vitamina D e Paratormone sono legati in maniera indissolubile: una carenza di vitamina D porta ad una aumento del PTH, con conseguente assorbimento di calcio dalle ossa e progressiva demineralizzazione. Questa demineralizzazione ossea porta a sua volta al riassorbimento delle ossa mascellari e al peggioramento del grado di infezione parodontale, fino a causare la perdita dei denti e degli impianti.
Per questo motivo è importante, nell’ambito di terapie odontoiatriche (implantari e parodontali soprattutto), conoscere i valori di vitamina D e PTH ed eventualmente integrare fino al raggiungimento dei livelli ottimali di questi due ormoni. Gli esami della vitamina D e del paratormone sono ematici, per cui è necessario effettuare un prelievo, che può essere eseguito direttamente dei centri del marchio IMI-EDN. In seguito, il prelievo sarà inviato al laboratorio diagnostico per analisi ed in pochi giorni si riceverà il referto.
Valutazione della densitometria ossea per la prevenzione dell’osteoporosi
Il network del marchio IMI-EDN dispone di un apparecchio specifico per la valutazione della densitometria ossea, un parametro essenziale per fornire un riscontro immediato in merito allo stato di salute delle ossa del paziente.
Si tratta di un esame indolore che si esegue inserendo il piede del paziente in uno specifico macchinario a ultrasuoni. Tale apparecchiatura eseguirà la valutazione della densità ossea senza necessità di prelievi né di radiazioni, in modo del tutto sicuro.
L’esame a ultrasuoni del calcagno garantisce informazioni sul rischio di frattura del paziente. I risultati del test, associati a quelli di altri esami specifici, permetteranno al medico di ottenere un quadro clinico complessivo dello stato osseo del paziente e di suggerire la terapia più opportuna per la prevenzione dell’osteoporosi.
Status radiologico del paziente
La panoramica è una radiografia che fornisce un’immagine completa delle arcate dentarie e delle strutture ossee da cui sono sostenute, offrendo una valutazione d’insieme del caso clinico, la posizione e l’ampiezza dei seni paranasali, la presenza di tutti gli elementi dentali, l’eventuale presenza di rarefazioni ossee.
Lo status radiologico è una collezione di radiografie endorali a bassa emissione di raggi, che raggruppa due o tre denti per radiografia. Le radiografie sono necessarie per rilevare l’eventuale presenza di carie o lesioni a livello apicale.
Queste tipologie di radiografie (OPT e status) rappresentano una proiezione bidimensionale di una struttura tridimensionale e non sono in grado di fornire informazioni precise sulle misure reali dei denti e dei rapporti che possono intercorrere tra l’eventuale lesione e le strutture anatomiche vicine. Per questo motivo è indispensabile eseguire anche la tomografia computerizzata Cone Beam, che garantisce una visione tridimensionale molto simile a quella di una TAC senza però esporre il paziente ad alte quantità di radiazioni. Il Cone Beam permette di studiare i rapporti volumetrici dente-osso e le lesioni endodontiche.
Per modelli di studio e foto si intende un’impronta della bocca del paziente, necessaria per studiare i rapporti occlusali tra le due arcate dentarie, e foto intra ed extraorali per poter documentare il caso pre e post-terapia.
Sondaggio parodontale
Il sondaggio parodontale è un esame strumentale eseguito con una sonda per la misurazione della profondità delle tasche, della recessione gengivale e della mobilità dentaria, in modo da avere un quadro iniziale della bocca e dello stato di severità della malattia parodontale del paziente.