Dopo aver parlato dell’importanza di mantenere una corretta igiene orale in gravidanza e di come gestire al meglio la salute della bocca (sia della neomamma che del bebè) durante l’allattamento, entreremo nello specifico dei trattamenti odontoiatrici in questo particolare periodo della vita femminile che, come è ormai noto, può associarsi a problematiche odontostomatologiche che influenzano anche il benessere del bebè.
Sebbene l’esperienza dell’allattamento sia considerata un momento magico nella vita della donna, essa è talvolta accompagnata da un’inadeguata attenzione alla salute orale. La ragione è legata all’ancora diffuso timore di eventuali rischi che le cure dentistiche potrebbero avere per il neonato.
Si tratta di un pregiudizio sostanzialmente infondato, specialmente in considerazione delle costanti evoluzioni della medicina e dell’odontoiatria, che propongono oggi soluzioni in tutto e per tutto compatibili per ogni fase della vita.
Nei centri odontoiatrici partner del marchio IMI-EDN utilizziamo da sempre un approccio fortemente conservativo e, grazie all’uso delle moderne tecnologie applicate all’odontoiatria, riusciamo spesso a limitare l’utilizzo di farmaci ed anestesia locale per i nostri pazienti, pur garantendo loro terapie indolori e alti standard qualitativi.
Questo tipo di approccio è ancora più cruciale in una fase delicata come quella della gravidanza e dell’allattamento, in cui la mamma vive in simbiosi con il bambino ed è necessario ponderare qualsiasi tipo di opzione terapeutica in maniera doppiamente cauta e orientata alla prevenzione.
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Perché l’allattamento è una fase delicata per la salute orale della neomamma?
Durante il periodo dell’allattamento, la salute orale della madre dovrebbe essere considerata di primaria importanza. Anche successivamente al parto il corpo materno continua infattiad attraversare alterazioni significative, specialmente per quanto riguarda la produzione di ormoni.
Questi ultimi, considerati i messaggeri chimici dell’organismo, sono un vero e proprio sistema di comunicazione tra le cellule presenti nelle varie parti del corpo e hanno il potere di variarne il comportamento. Se, durante la gravidanza, gli ormoni si modificano per mantenere le giuste condizioni per lo sviluppo del feto, queste fluttuazioni continuano anche dopo la nascita del neonato. La diminuzione immediata dei livelli di progesterone ed estrogeni dopo l’espulsione della placenta è ad esempio responsabile della produzione di colostro, il primo latte materno che è ricco di proteine, sali minerali e vitamine. Allo stesso tempo, la suzione del bambino al capezzolo attiva il rilascio di ossitocina e prolattina, che a loro volta stimolano rispettivamente la produzione di latte e la sua liberazione attraverso i dotti galattofori.
In relazione a queste importanti modificazioni ormonali e all’incremento della circolazione sanguigna, la neomamma potrebbe sperimentare un aumento nell’insorgenza di gengiviti e persino la comparsa di carie dentale. In più, la ridotta produzione di saliva – piuttosto comune durante l’allattamento – potrebbe favorire l’accumulo di placca dentale.
Nessuna di queste problematiche va mai ignorata: al contrario, alla comparsa dei primi sintomi è sempre opportuno prendere appuntamento con il proprio odontoiatra e stabilire insieme il trattamento più opportuno, oltre a un calendario di controlli regolari.
Le cure odontoiatriche sono compatibili con l’allattamento?
Durante il periodo dell’allattamento, la salute orale della madre dovrebbe essere considerata di primaria importanza. Anche successivamente al parto il corpo materno continua infattiad attraversare alterazioni significative, specialmente per quanto riguarda la produzione di ormoni.
Questi ultimi, considerati i messaggeri chimici dell’organismo, sono un vero e proprio sistema di comunicazione tra le cellule presenti nelle varie parti del corpo e hanno il potere di variarne il comportamento. Se, durante la gravidanza, gli ormoni si modificano per mantenere le giuste condizioni per lo sviluppo del feto, queste fluttuazioni continuano anche dopo la nascita del neonato. La diminuzione immediata dei livelli di progesterone ed estrogeni dopo l’espulsione della placenta è ad esempio responsabile della produzione di colostro, il primo latte materno che è ricco di proteine, sali minerali e vitamine. Allo stesso tempo, la suzione del bambino al capezzolo attiva il rilascio di ossitocina e prolattina, che a loro volta stimolano rispettivamente la produzione di latte e la sua liberazione attraverso i dotti galattofori.
In relazione a queste importanti modificazioni ormonali e all’incremento della circolazione sanguigna, la neomamma potrebbe sperimentare un aumento nell’insorgenza di gengiviti e persino la comparsa di carie dentale. In più, la ridotta produzione di saliva – piuttosto comune durante l’allattamento – potrebbe favorire l’accumulo di placca dentale.
Nessuna di queste problematiche va mai ignorata: al contrario, alla comparsa dei primi sintomi è sempre opportuno prendere appuntamento con il proprio odontoiatra e stabilire insieme il trattamento più opportuno, oltre a un calendario di controlli regolari.
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L’assunzione di farmaci prescritti dal dentista è pericolosa per le donne in allattamento?
Così come per qualunque altro medicinale, anche quando si tratta di farmaci prescritti dall’odontoiatra è importante discutere con lo specialista la loro compatibilità con l’allattamento.
Qualora il dentista lo ritenga necessario, sarà opportuno mettere in contatto lo specialista dell’odontoiatria con il proprio medico generico e/o il pediatra in modo da identificare la soluzione terapeutica più adeguata al caso specifico.
I farmaci considerati sicuri durante questa fase sono numerosi (ma è sempre bene consultare il proprio medico per eventuali correlazioni con altri farmaci o situazioni patologiche preesistenti), inclusi gli antibiotici (come l’amoxicillina) e gli antinfiammatori (come il paracetamolo), e se in alcuni casi essi non dovessero essere ritenuti ottimali, il dentista potrà sempre proporre un’alternativa priva di rischi per il bebè.
Secondo gli studi scientifici, la quantità di farmaci per così dire “autorizzati” che passa nel latte materno è davvero minima e non presenta controindicazioni significative per il neonato. Non va infatti dimenticato che ogni farmaco viene assorbito dall’organismo e successivamente eliminato, con tempi e modalità variabili per ciascun medicinale. Qualora si rendesse necessaria l’assunzione di un farmaco non compatibile con l’allattamento, è possibile anche interrompere momentaneamente quest’ultimo: si utilizzerà quindi il tiralatte per il tempo necessario alla neomamma di eliminare completamente il farmaco dal proprio organismo. Inoltre, sono disponibili centri medici di tossicologia ospedaliera che offrono servizi di consulenza in caso di somministrazione di farmaci in allattamento/gravidanza, indicando in modo preciso i giorni di sospensione necessari.
In linea generale, non è necessario interrompere l’allattamento a causa dell’assunzione di un farmaco, ma è sempre e comunque necessario seguire attentamente le direttive del proprio odontoiatra di fiducia. In accordo con il dentista, potrà essere valutata la rimozione meccanica del latte durante la terapia (con il tiralatte, laddove non esistessero alternative possibili) e i tempi di successiva ripresa dell’allattamento.
La mamma in allattamento che si sottopone a lastre e raggi X mette a rischio la salute del bambino?
Una delle principali preoccupazioni delle mamme in allattamento riguarda l’uso di lastre e raggi X odontoiatrici. È importante sapere che queste procedure emettono una bassa dose di radiazioni e sono considerate sicure durante l’allattamento e che le ghiandole mammarie non sono un tessuto sensibile a questo tipo di trattamento.
Tuttavia, per ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni, il dentista potrà scegliere di utilizzare particolari protezioni, come grembiuli di piombo e collari per il collo.
Nuovamente, sarà fondamentale informare il dentista sulla propria condizione di allattamento in modo da adottare tutte le misure di sicurezza necessarie e ricorrerere alla diagnostica radiografica solo nei casi in cui sia indispensabile.
La sedazione dal dentista è pericolosa per le mamme in allattamento e i loro bebè?
Anche durante l’allattamento potrebbe essere necessario sottoporre la paziente all’anestesia locale per praticare particolari terapie odontoiatriche, come ad esempio un’estrazione o una devitalizzazione.
Le evidenze scientifiche dimostrano che le minuscole quantità di anestetico dentale che passano nel latte materno e raggiungono il bambino non comportano alcun rischio per la sua salute.
L’anestesia dentistica durante l’allattamento è quindi considerata sicura, poiché la concentrazione di anestetico nell’organismo diminuisce notevolmente. Di conseguenza, la quantità di medicinale presente nel latte materno è così ridotta da essere trascurabile per il bambino.
Come la mamma in allattamento dovrebbe gestire la sua salute orale
Mantenere il cavo orale in buona salute è fondamentale per le neomamme che stanno allattando i loro neonati.
Al fine di ridurre il rischio di insorgenza di problematiche odontostomatologiche, è quindi fondamentale seguire sia il buonsenso che alcune semplici regole:
- Mantenere una corretta igiene orale domiciliare, lavandosi i denti tre volte al giorno (dopo ogni pasto principale).
- Utilizzare regolarmente il filo interdentale.
- Prediligere una dieta varia ed equilibrata, ricca di nutrienti, per favorire il benessere di denti e gengive.
- Evitare di consumare alcol e bevande zuccherate, così come cibi troppo dolci, per abbattere il rischio di carie.
- Non fumare.
In conclusione, sebbene l’allattamento sia una fase delicata per la salute orale della neomamma, la maggior parte delle cure odontoiatriche è sicura e compatibile con l’allattamento e non presenta rischi per il neonato. È importante comunicare apertamente con il proprio dentista per garantire la salute sia della madre che del bebè durante questo periodo particolare: prendersi cura della salute orale durante l’allattamento non solo beneficia la paziente, ma anche il benessere a lungo termine del suo bambino.
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